Jota 1000 by Wolf Custom – da dove arrivano le parti di una show bike cattiva ed implacabile come questa? Il telaio è un teutonicissimo PSS RAU dal passo piuttosto lungo e tutto il resto è di origine italiana, dal forcellone Benelli TNT 1130 alle ruote appartenute ad una nobile Ducati Paul Smart, passando dalla forcella ex MV Agusta F4.
Non ci siamo dimenticati il motore, tutt’altro. Quel gran bel pezzo di propulsore è un raro (ahimè) Laverda 1000 verniciato e lucidato che la casa di Breganze aveva costruito per la sua Jota: moto creata per contrastare la diffusione delle Honda CB 750 e delle “Kawa Z900”. Sappiamo tutti com’è andata a finire…la casa veneta ha chiuso i battenti per poi riaprire negli anni 90-2000 senza troppo successo.
La moto Veneta era comunque una bomba, non era solo una banale evoluzione delle mitiche SF e SFC, bicilindriche dotate di motore e gran telaio. Questa moto era un progetto ingegneristicamente moderno che purtroppo non ha avuto il tempo di farsi apprezzare.
Oggi, grazie ai ragazzi di Wolf Custom potremo risentire il suo rombo grazie ad un bellissimo scarico Lanfranconi e rivedere le testate ben lucidate così come i grossi cilindri alettati, made in Veneto.
La linea di questa moto è da una parte cafè racer (osservate i cerchi a raggi ed il codone spiovente monoposto) ma in parte è una tuning-bike dal “flavour” tipico tedesco con particolari orange quasi fluo (steli forcelle, conetti aspirazione, stripe serbatoio) ed un cupolino dalla linea leggera ed un’unghietta come parabrezza. Originale il faretto: piccolo e deciso.
Personalmente avremmo apprezzato un interasse minore ma si sa i tedeschi non sono bassini di statura…scherzi a parte non ci dispiacerebbe vedere e sentire dal vivo questa moto che di suo porta a spasso un cuore tricilindrico di una casa purtroppo non attiva ma mai dimenticata dagli appassionati, anche al di là delle Alpi.