Titanium V – Cosa c’è che non va in una Guzzi? nulla ma se dovessimo migliorarne una faremmo tre cose: Daremmo un pizzico di verve al suo mitico bicilindrico a v, leveremmo il cardano e alleggeriremmo tutto l’insieme.
Su quest’ ultimo punto Paul Milbourn si è particolarmente sbizzarrito, creando una special che con il suo nome chiarisce tutto.
Avete capito bene: il titanio è il protagonista di questa bellissima moto ma fare dei pezzi in titanio vuol dire avere grande capacità di lavorarlo poiché non è assolutamente una cosa da tutti. Certo il risultato premia cotanto lavoro, infatti sulla bilancia questa Guzzi pesa addirittura 155 kg a secco!
Paul ha snellito questa mandelliana V11 che ora diventa un arma temibile anche in pista, ove è intenzionato a portarla per mangiarsi cordoli e rettilinei. Ovviamente, per fare questo serve “attrezzatura” di tutto rispetto così sono apparsi un avantreno di una Ducati 1098 con pinze freno Harrison Billet e, al posteriore un mono TTX sempre Ohlins.
Le geometrie ciclistiche sono state del tutto cambiate affinché il nuovo telaio super-leggero ospitasse il vecchio V11, anch’ esso rivisto completamente ed alleggerito . Gli scarichi sono belli, leggeri e suonano a dovere, nello specifico parlano lecchese con un forte accento inglese.
Ma veniamo all’ aspetto estetico: a vederla, questa moto con il suo cupolino aquilino, ricorda proprio un bel rapace di metallo: un aquila come il marchio della Guzzi, cosa c’è di più azzeccato?! la linea ha dinamismo e giuste proporzioni: ci fa pensare alla sportività concreta delle Ghezzi & Brian con, però, un vestito ancora più prezioso.
Le sovrastrutture sono infatti tutte costruite a mano in alluminio, vicine alla perfezione per finezza della lavorazione, hanno forme ardite ma non troppo. Non possiamo che fare i complimenti a Paul perché oltre a grandi doti tecniche, questa Guzzi sfodera anche un aspetto degno di tali contenuti.