DT-A KTM 990 – Se c’è una cosa che non ci è mai andata giù da bambini è che le auto da rally avevano quattro ruote motrici, mentre nelle moto, anche se tassellatissime, il compito di scavare nel fango era sempre affidato ad una ed una sola ruota, quella posteriore.
Il tedesco Guido Koch deve aver preso ancora più sul serio la cosa visto che, reduce dalle prime esperienze in fuoristrada ha deciso di dedicare tutta la sua attitudine ingegneristica nella realizzazione di kit che permetta di trasformare la propria moto da fuoristrada in una vera e propria 2WD!
Il progetto DT-A di Guido non è l’unico esempio del tentativo di dare una trazione integrale alle moto; numerose case e team hanno provato a realizzare dei dispositivi più o meno simili per sperimentare questa soluzione. Yamaha forse è la casa che ci ha creduto di più applicando, in epoca piuttosto recente, un sistema simile sulle sue YZ da enduro.
Da parte delle case però non si può dire che ci sia stata una così grande convinzione, tanto il progetto pare abbandonato per via della idea che un sistema del genere crei un vantaggio per lo meno trascurabile nella guida sportiva su sterrato, creando inoltre un aumento di peso assolutamente poco redditizio.
Guido, come le grandi case ha pensato che l’aspetto della massa di un dispositivo di trasmissione della trazione fosse certamente un impedimento e così è riuscito a limitare se non addirittura ridurre il peso della moto test da lui utilizzata.
Avete capito bene: la KTM 990, oggetto del progetto DT-A pesa addirittura meno della moto di serie e non di poco (- 40 kg!). Tutto ciò è stato possibile con un ripensamento globale del comparto telaistico da parte di Koch che ha utilizzato il V2 austriaco come parte stressata del telaio e dividendo il serbatoio (dalla capacità complessiva di 27 litri) in tre parti realizzare in materiali leggeri. Carenatura e telaietto posteriore sono in carbonio, materiale certo non economico ma sicuramente molto leggero.
Il risultato è una moto che con la doppia trasmissione a catena può sterzare di ben 35°e l’anteriore, non avendo un vero e proprio aggravio di peso, può assecondare le reazioni repentine di assorbimento dei colpi secchi, tipiche del fuoristrada sportivo.
L’accoglienza degli esperti del settore non è stata fredda ma Guido sta ancora cercando un investitore che concretizzi il suo sogno di poter diffondere un sistema che aiuti in off road quando nel fango più difficile il posteriore non ce la fa più a spingere come dovrebbe.
Riusciremo a veder nascere la Lancia Delta Integrale delle moto? O forse i motori elettrici arriveranno prima (magari in maniera ibrida) ad aiutare le ruote anteriori delle nostre grintose tassellate?