Moto Guzzi V75 PC -Michele ed Alessandro di MG moto ne hanno fatta un’altra delle loro… ci riferiamo ad una nuova special made in Italy “nata” dopo svariate customizzazioni su base BMW. Dei due amici Alessandro è quello del duo che le moto le va a cercare e le acquista a prezzi ragionevoli. Questo succede perché, oltre ad indubbie capacità contrattuali, le moto sono sfiorite o mal allestite ma ciò non è tanto importante dato che Michele, in accordo con le idee del socio, passa alla fase dello stravolgimento totale del mezzo.
L’italiana in questione è una Guzzi V75 che proviene da un asta giudiziaria ed apparteneva alla protezione civile piemontese: eccovi spiegato il perché della sigla PC. Al momento del ritiro era allestita come una mezzo della polizia o dei carabinieri; potete voi stessi vedere nelle foto l’aspetto precedentemente alla customizzazione: carenone anteriore con faro tondo e lampeggianti, parabrezza ingombrante e al posteriore un vano porta radio con agganci per antenne varie. Non mancavano inoltre i supporti per le valige laterali “di ordinanza” e un serbatoio che, insieme ad una livrea “da lavoro” non rendeva molto appetibile la Guzzi dal punto di vista estetico.
Per far diventare una farfalla questo bruco di Mandello si è alleggerito il telaio, tagliando i pesanti supporti porta valige (ma lasciandone altri per delle eventuai borse più light) e si è sostituito il serbatoio con un altro proveniente da una Suzuki GS 400.
I fianchetti sono stati costruiti totalmente da Michele che ha pensato a dei pratici occhielli per includere la serratura nel fianchetto destro e il rubinetto della benzina in quello di sinistra. La colorazione dei suddetti manufatti è in accordo con quella del serbatoio; il suo giallo intenso si alterna a un nero “glitterizzato” creando una composizione sportiva ma con un pizzico di eleganza che fa quasi pensare all’idea che questa V75 PC sia un modello di serie pensato da qualche affermato designer. Non a caso un cliente non molto esperto vedendo la moto ha pensato che fosse una nuova e fiammante V7 …
Il manubrio nero opaco è aftermarket così come le frecce e la strumentazione. La sella, fatta da esperti Recaro, non è al 100% aderente al serbatoio ma ha una linea molto piacevole ed è dannatamente comoda. Il colore della seduta inoltre non stona con la livrea “sport” di questa special lecchese-bergamasca.
Per quanto riguarda l’impianto frenante, all’anteriore troviamo degli imponenti dischi freno realizzati da ex dipendenti Braking che hanno unito la pista frenante di una rsv 1000 ad una bellissima flangia fatta a mano. Anche le pinze sono di una “Apriliona” e sicuramente rallentano più del dovuto questa aquilotta da 750 cc.
Una cosa molto accattivante che Michele ha realizzato, di sua mano, senza nemmeno pensarci troppo sono sono i parafanghi: l’anteriore così corto dà un piglio da HD Sportster all’anteriore e il posteriore senza porta-targa è minimale ma contiene il faro posteriore a led in maniera davvero “smart”.
Sempre di fattura “handmade” sono il supporto targa laterale e lo stupendo giro dei tubi di scarico che vanno a terminare in un “Giannellone” di derivazione Kawasaki Z1000.
Difficile vedere un giro di tubi così ben riuscito per un V2 trasversale e con una precisione nelle saldature così curata. Per gli amanti del dettaglio, lo spessore di questi tubi dovrebbe salvaguardare la cromatura dal calore che generalmente “cuoce” e colora i collettori.
Il motore, con appena 20.000 km alle spalle è quasi nuovo e gira allegro producendo una bella voce tonante che il terminale Giannelli con e senza db killer amplifica a dovere. Accelerare sentendo le scosse della trasmissione e il motore tonante ad ogni sgasata è davvero intrigante: è come se questa moto fosse una donna bellissima e piena di vita che, coperta per anni da una ingombrante e cupa divisa, torna finalmente a godersi la vita e a stupire tutti con un fascino inaspettato. Si parla tanto del fascino della divisa ma questa volta Alessandro e Michele svestendo questa “signorina” hanno davvero fatto centro.