MM Dardo by Cream Works – Poco importa se avete scritto tutto, avete fatto schizzetti e progetti, state ben certi che quando le cose si fanno in pratica qualcosa non va come dovrebbe o ci fa cambiare idea oppure ci porta ad agire di impulso seguendo quello che vediamo e che ci sembra più corretto.
Il progetto base di questa piccola freccia italiana è partito da una dimessa ed impolverata Moto Morini 125H che aveva un bel cilindretto raffreddato ad aria ma era ridotta male e poteva essere la base per una special coi fiocchi.
L’idea era quella di trapiantare nel telaio della 125 il bellissimo motore 350 cc della sorellona 3 e ½. Ciò all’ inizio ha creato non pochi grattacapi a causa della dimensione del propulsore nella parte posteriore. Il problema si è risolto con la piegatura dei traversi posteriori del telaio e relativa aggiunta di vari rinforzi anche per dare visivamente un aspetto più pieno alla moto.
A questo punto si è pensato a carene, scarichi alti, bassi e tutto quello che nelle menti fa una gran confusione quando si ha di fronte una (quasi) pagina bianca. Ma in provincia di Vicenza, nella factory di Cream Works non si sta con le mani in mano e provando in pratica vari pezzi ed adattamenti si è giunti li dove forse nessun progettino, bello e finito su carta, sarebbe mai andato ovvero nella direzione giusta!
La moto adesso è compatta e leggera ma con un piglio “tosto”. Al posteriore ci sono due scarichi con terminali ovali che sbucano da sotto al codino quasi come una Ducati MHE 900e ma la forma a gradino dello stesso è assolutamente inedita così come (in fondo) tutto il resto della moto.
Guardate quanto è ardito il cupolino con il doppio proiettore tondo di dimensioni diverse e le “cattive” ed aerodinamiche prese d’aria sotto di esso. Vogliamo parlare della grafica del contagiri? Sicuramente da centro studi grafico di una grande casa di moto. Bello anche il puntalino, piccolo ma con il marchio Morini ben evidente; la sua forma è “giusta” come tutto il resto della moto, provate a levarlo coprendolo con un dito sulle foto e vedrete che senza di esso la moto non è più bella come prima: questa è la banale “prova del nove” di un puntale che nelle special, spesso può davvero essere di troppo.
Completano il quadro una bella coppia di ammortizzatori Marzocchi al posteriore e una bella (e funzionale) forcella rovesciata all’anteriore, due bellissimi cerchi Aprilia RS125 e il forcellone Gabor.
Questa bestiolina bicilindrica si chiama Dardo, un nome certamente dinamico che si attaglia alla dinamicità ed aerodinamicità generale della moto, poi il dardo è qualcosa che viene scagliato a grande velocità e non dubitiamo anche la creatura di Cream Works sia parecchio agile.
Che dire di più di questa Morini? Il lavoro fatto dai customizers veneti (bravi e simpatici) è ben riuscito, soprattutto perché si è ringiovanita una vecchia gloria alla grande e si è osato parecchio: una cosa che in tanti non fanno più. Avete notato che spesso nuove auto e moto appena uscite sono un po’ tutte uguali? Il mondo delle special dovrebbe essere diametralmente opposto invece, purtroppo così non è. Beh, la Dardo no, lei va dritto al cuore del problema…e lo trafigge.